Bartolomeo Giachino
Nel 2014 Sergio Chiamparino vince le Regionali e la Lega presenta ricorso. Il 9 luglio l’esame del Tar. Ma con un verdetto negativo o un rinvio il governatore si dimetterà.
Di Marco Imarisio, inviato a Torino
L’antefatto è la meravigliosa armonia che regna nel Partito democratico piemontese. Era la notte del 18 aprile 2014. A momenti si menavano, tra fassiniani, nel senso di sostenitori dell’attuale sindaco del capoluogo, sinistra interna, renziani reduci della Margherita e Ateniesi, la corrente locale degli ortodossi seguaci della prima ora del presidente del Consiglio. Mancavano poche ore alla presentazione delle candidature per le elezioni regionali. Togli un nome, mettine un altro, la lista cambiava volto e nomi ogni minuto, a seconda di chi prevaleva nel braccio di ferro. Alla fine si trovò la quadra, la si trova sempre. Piccolo dettaglio, a forza di scannarsi non c’era più tempo per trovare invece le firme di sostegno ai prescelti, obbligatorie per legge. C’era bisogno di qualcuno che vidimasse quelle raccolte ai banchetti, ma ormai s’era fatta una certa ora, e forse a qualcuno venne in mente di falsificare quelle dei titolari.
Sergio Chiamparino ha rapporti molti complicati, gentile eufemismo, con i vertici del Pd locale. Non da ieri è furibondo per come venne gestita quella specie di faida, della quale rischia ora di pagarne le conseguenze. Tu chiamala se vuoi, nemesi. Ma ancora una volta la Regione Piemonte è congelata nell’attesa del consueto giorno del giudizio che andrà in scena al Tar di Torino il prossimo 9 luglio. Il ricorso è firmato da una esponente della Lega Nord. Vendetta, tremenda vendetta. Nel 2010 la vicenda delle firme false diventò una spada di Damocle che tra sentenze, rinvii al Consiglio di Stato, ritorni al Tar, rese la vita impossibile all’allora governatore Roberto Cota e fu causa della sua caduta anticipata.
PORTI e CRESCITA/ GIACHINO (F.I.): Il Paese ha bisogno di un Piano dei porti e della logistica che punti su una maggiore competitività dei nostri porti e sui corridoi europei per aumentare la quota italiana nel traffico merci del Mediterraneo per dare un forte contributo alla crescita economica del Paese. I singoli porti ottengono risultati importanti ma l'insieme della portualità italiana non riesce a fare la differenza come potrebbe.
Nel suo intervento al Convegno Annuale di ANGOPI tenutosi a Piombino, l'ex Sottosegretario ai trasporti Bartolomeo Giachino, attuale responsabile nazionale trasporti di Forza Italia, dopo aver ringraziato Gli ormeggiatori del loro importante lavoro, ha posto il tema della competitività dei porti e del sistema logistico del nostro Paese all'interno di una iniziativa straordinaria che punti alla maggiore crescita economica del Paese.
Agli attuali ritmi di crescita, come ha sostenuto recentemente la Confcommercio, l'Italia recupererà il livello di PIL pro-capite e di lavoro del 2007 solo nel 2025-2027. E nel frattempo? Le forti difficoltà sociali, contenute sin qui dalle misure sociali decise dall'ultimo Governo Berlusconi che si stanno esaurendo e non sono state sostituite da misure altrettanto efficaci, rischiano di esplodere.
I Governi non eletti in quasi quattro anni non sono riusciti a dotare il Paese di un forte Piano dei porti e della logistica mentre la riforma dei porti giace al Senato bloccata dai veti del MEF. Puntare maggiormente sulla economia del mare e della logistica è una strada imboccata da tempo dagli altri Paesi europei e che l'Italia se vuole rimettere in moto l'economia è il lavoro deve assolutamente imboccare.
Così come occorre una politica industriale dei trasporti dopo che negli ultimi anni la quota del nostro sistema trasportistico all'interno del sistema trasportistico europeo ha perso molte posizioni e molta occupazione proprio mentre in Germania la logistica e i trasporti si avviano a essere il primo settore.
Piombino, 26-06-2015
Caro Presidente,
un uomo di Governo è anche la sua squadra di collaboratori.
Se i Tuoi collaboratori Ti avessero messo sul tavolo dell'aereo presidenziale che Ti ha portato stamane a Torino la relazione dell'Arcivescovo Nosiglia o quella del Direttore della Caritas o l'intervento di Papà Francesco in Piazzetta Reale domenica mattina, non avresti fatto un intervento così entusiasta su Torino che ha capito prima di altri il cambiamento.
Se la sinistra che governa Torino e provincia da 22 anni avesse compreso prima e meglio il cambiamento, oggi Torino non sarebbe la prima Città per cassa integrazione e la prima tra le grandi Città del Nord per disoccupazione giovanile. Oggi la UIL ha detto che la CIG a Torino è diminuita del 13,4 ma in Italia è diminuita del 34,4%.
La disoccupazione è aumentata di oltre il 200% e la fascia di popolazione che non riesce ad arrivare a fine mese riempirebbe i due stadi di Torino è quello di Milano proprio perché la sinistra torinese, che ha cambiato i punti di riferimento, non ha puntato sulla innovazione della manifattura ma ha creduto che la sola trasformazione in polo culturale di primo piano in Italia fosse sufficiente e non ha sfruttato gli ingenti finanziamenti infrastrutturali del Governo Berlusconi.
Sulla situazione economica torinese e sul lavoro sto con Papa Francesco e con Mons. Nosiglia e non con Chi, come Fassino ieri su La Stampa, sottovaluta i pesanti effetti della crisi su Torino e sui torinesi.
Così l'ex Sottosegretario Bartolomeo Giachino dopo gli interventi del Santo Padre in Piazzetta Reale al mondo del lavoro e di Mons. Nosiglia al termine della S. Messa in piazza Vittorio.
Occorre un patto sociale per la crescita economica e del lavoro che aumenti la competitività dentro la fabbrica e del nostro territorio regionale.
Senza una crescita sostenuta (2%) non si creano nuovi posti di lavoro per i giovani e per i precari. Un patto sociale che dica sì agli investimenti nella innovazione nelle fabbriche per renderle più competitive sul mercato mondiale, che dica di sì ai grandi investimenti infrastrutturali come la TAV e il Terzo Valico senza dei quali non riusciremo a utilizzare i due grandi motori di sviluppo del futuro, la logistica e il turismo.
Su obiettivi come questi in ogni settore nel recente passato vi sono state forti contraddizioni e penso ai Parroci No Tav e alla FIOM che contemporaneamente si è schierata contro gli investimenti a Mirafiori e contro la Tav.
Torino, 21-06-2015
Trasporti e Logistica sono la terza filiera del nostro Paese, valgono oltre il 10% del PIL italiano e occupano quasi 1 milione di persone. A causa della carenza di infrastrutture e a causa di una organizzazione da riformare oggi la logistica italiana è meno competitiva di quella olandese o tedesca e incide del 20% in più' sui costi del nostro sistema produttivo. Rilanciare la logistica e i trasporti come fattore di competitività e crescita è l'impegno dell'ex sottosegretario ai trasporti.
Torino e il Piemonte culla della industria e dello sviluppo economico del nostro Paese da anni crescono meno della media nazionale. Torino oggi è al primo posto per disoccupazione giovanile e per numero di cassaintegrati. GIACHINO che per primo nel 2008 lanciò l'allarme inascoltato da Fassino e Chiamparino, prosegue nel suo impegno. Dopo aver fatto la battaglia per porta a Torino l'Authority dei trasporti e perché l'Aeroporto di Torino non venisse declassato dal Governo Renzi ora si batte per la Tav, per il Terzo Valico e per riportare a Torino il Salone dell'Auto e della Tecnica.
L'Italia nel 2002 era al primo posto per incidenti e mortalità sulle strade (7.000 morti). Con due leggi del Governo Berlusconi, la Patente a punti del 2003 e la riforma del Codice della Strada del 2010 incidenti e morti sono dimezzati sino ai 3.200 del 2014. GIACHINO che ha seguito per conto del Governo a Berlusconi l'ultima riforma del Codice (legge 120/2010) prosegue il suo impegno a favore della vita è della sicurezza dei cittadini e degli automobilisti.
E’ mia convinzione la necessità di una politica industriale del trasporto merci che lo strutturi maggiormente e lo renda competitivo a livello nazionale ed europeo, una politica che rilanci la crescita economica, sviluppi l'efficienza logistica e aumenti la domanda di trasporto per il sistema trasportistico italiano.
E una politica industriale del settore sarà tanto più forte quanto più sarà unito il mondo associativo e migliore il rapporto con la committenza.
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