
Ad un mese dalla Assemblea di CONFETRA e alla viglia della Assemblea di ANITA voglio rappresentare qualche riflessione sul settore della logistica e dei trasporti che in termini di fatturato vale il 9% del PIL del Paese ma in realtà condiziona la competitività dell’intero settore economico del nostro Paese.
Il Paese ha scoperto la importanza delle aziende di trasporto e logistica durante la pandemia ma ha fatto pochissimo, vedi il decreto semplificazione ,il blocco delle infrastrutture e lo sportello unico dei controlli portuali sempre nel limbo dei sogni, per aiutarle a competere in un mercato sempre più globale. Così come non si sa quali opere verranno inserite nel Recovery Plan che il Governo presenterà in Europa. Non tutte le opere sono uguali. Ci sono opere ed operette .
La logistica e le infrastrutture debbono entrare nella testa della politica come priorità al pari della politica industriale e fiscale e il mondo dei trasporti e della logistica non deve essere costretto a elemosinare ogni anno interventi o investimenti.
In questi ultimi anni come mi ha detto stamane un grande trasportatore internazionale piemontese :”Ognuno fa per se”.
Il primo decennio del nuovo secolo terminava con l’avvio delle Autostrade del Mare frutto di una legge del Governo Berlusconi del 2002 ma sbloccate nel 2008 quando ebbi l’onore di far parte del Governo , insieme agli incentivi per la sostituzione dei vecchi mezzi inquinanti, una grande proposta di Eleuterio Arcese, nel 2009 riuscii a farmi approvare dal Parlamento la norma che istituiva il Ferrobonus nata da un suggerimento di Piero Luzzati . Nel decennio che sta terminando tra tira e molla per fortuna queste tre iniziative fondamentali per una politica della logistica sostenibile continuano per fortuna a funzionare. Lo voglio dire a GRETA e ai miei nipoti, negli ultimi dieci anni in Italia sono state avviate almeno tre concrete iniziative per la riduzione dell’inquinamento .
Il decennio che sta finendo ,invece , ha visto la più forte caduta degli investimenti nelle infrastrutture di trasporto, il gap più importante che frena i trasporti e la logistica italiana . Secondo il Centro Studi della Confcommercio il nostro Paese , grazie alla carenza di infrastrutture ha perso 150 miliardi di PIL. L’unica speranza arriva , anche se stranamente il mondo dei trasporti non ne parla , dalla vittoria dalla nostra grande battaglia per la TAV. Ho l’onore di aver firmato la richiesta di autorizzazione della prima Piazza a favore di una Infrastruttura di trasporto , la TAV, dopo 15 anni di predominio dei NOTAV che avevano rallentato chi voleva fare qualsiasi cosa. Dopo quelle manifestazioni e dopo il voto del Senato del 7.8.2019 che bocciava la mozione NOTAV dei 5 Stelle il vento è cambiato . Ora non ci sono più giustificazioni al blocco degli investimenti mentre e non so perché i vari Sblocca Italia etc.sono tuttora fermi mentre la economia fatica e il 58% delle famiglie italiane e’ in gravi difficoltà .
All’estero al contrario la politica della logistica e delle infrastrutture è tra le priorità dei Governi , dalla Via della Seta alle società di logistica di proprietà delle Città portuali che ora sono arrivate ad acquisire una grande partecipazione in uni dei nostri terminal portuali. All’estero hanno imparato la lezione di Cavour che con la partenza dei lavori del Canale di Suez volle a tutti i costi costruire il Primo Grande Traforo ferroviario del mondo, il Frejus. Per costruirlo disse al Re che non ci si doveva fermare di fronte alle obiezioni perché “si governa anche per coloro che non capiscono”.
Terminal portuali e aeroportuali, reti ferroviarie e autostradali sono strumento prioritario per la crescita della economia e del lavoro.
Anche il mondo della logistica e dei trasporti negli ultimi dieci anni purtroppo non ha avuto tra le priorità la costruzione delle infrastrutture così come hanno sbagliato a sottovalutare la necessità di innovare la Manifattura e la necessità di una politica industriale dell’auto.
A dimostrazione che la politica industriale della logistica in questo decennio ha latitato lo si vede dal tema della vendita dei trasporti e della logistica Franco destino , una delle quattro proposte approvate dalla Consulta dei Trasporti e della Logistica , che avevo l’onore di presiedere, il 29.5.2012 . Quella proposta fu messa nel cassetto dal Governo Monti così la vendita Franco fabbrica negli ultimi anni e’ cresciuta dal 60 al 73%
Mentre mi auguro che Governo e Parlamento valutino attentamente le proposte del Presidente Thomas Baumgartner dico a Governo e Parlamento che non dobbiamo assolutamente perdere la carta strategica dei fondi europei . I Governi degli anni 50 ci diedero il Boom Economico costruendo la Autostrada del Sole e i Trafori autostradali alpini del Bianco e del S. Bernardo.
Il mondo della logistica e dei trasporti dovrebbe unitariamente chiedere al Premier Conte di partecipare a indicare quali infrastrutture strategiche realizzare utilizzando i fondi europei. Così come si dovrebbe chiedere che per accelerare le costruzioni si utilizzi il Metodo Genova anche per accelerare la costruzione della TAV e del corridoio del Brennero e della nuova Diga al porto di Genova.
Mino Giachino
Presidente di Saimare spa