La ripresa italiana troppo bassa del nostro Paese e il peggiorare delle condizioni della sicurezza internazionale rendono il Natale 2015 molto difficile. L'augurio è che il Giubileo riporti lucidità nei Grandi e in chi governa.
Malgrado tutti i proclami, malgrado la spinta di Expo, malgrado il basso costo del petrolio e malgrado la spinta di Draghi, il nostro Paese, dopo tutte le riforme annunciate da Monti in poi, dopo tre anni di decrescita forte, quest'anno crescerà solo dello 0,7%, penultimo in Europa.
Questa bassissima crescita, che non risolve alcuni dei nostri problemi porta con sé due dati molto critici:
A) aumenta il divario Nord Sud;
B) aumenta il divario tra le aree più forti del Nord con le Regioni più forti dei Paesi forti europei, con cui ad esempio il Vecchio triangolo industriale nel 2000 era alla pari, e questo certifica definitivamente il nostro basso potenziale di crescita.
Di tutto ciò pare non vi sia consapevolezza né in chi governa, né nei giornaloni, né nella parte della nostra società che, fortuna sua, non ha sentito il morso della crisi. Una crisi grave ma che in Europa e da noi è stata aggravata dalla politica europea della austerità che ora tutti dicono essere sbagliata ma che alla fine del 2011 qualcuno accettò e affibbiò al nostro Paese chiamando Monti e i suoi professori. Ovviamente chi fece quel l'errore tragico, costatoci 3 anni di recessione e questo ulteriore anno di bassa crescita, non pensa minimamente di chiedere scusa. Quante aziende hanno chiuso per la severità bancaria, quanti posti di lavoro bruciati che non avremo più?
La follia della guerra libica, i ritardi nella consapevolezza della pericolosità dell'ISIS, ammessa ieri finalmente dagli USA, e il ritardo nel capire la importanza di Putin, hanno aggravato di molto la nostra sicurezza.
L'augurio è che il "Bambinello del Presepe" che quest'anno ho preso dalle barche del porto di Cesenatico, in omaggio alla terra di mia madre, e il Giubileo portino maggiore lucidità, maggiore determinazione nei vertici del G20 e dell'Onu.
Per quanto ci riguarda l'augurio è che la riforma dei porti e della logistica esca dalle secche e dalle diversità di opinione presenti nel Governo perché gli operatori portuali, gli operatori logistici e il mondo dei trasporti nonostante il ritardo nelle riforme del settore in questi anni hanno retto la baracca e garantito al Paese le importazioni, le esportazioni e la rete dei trasporti interna facendosi carico delle inefficienze della logistica pubblica. I ritardi nella approvazione della riforma rischiano di bloccare anche gli investimenti privati di cui abbiamo bisogno come il pane.
Tanti Auguri, Mino Giachino.
Torino, 18.12.2015